Se il cane in appartamento abbaia di notte, impedendo il riposo ai vicini, il proprietario dell'animale è costretto a risarcire profumatamente questi ultimi. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, la quale ha dato ragione ad un uomo che ha denunciato il vicino di casa per i continui latrati notturni provocati dai suoi cani.
La mancanza di sonno provoca danni alla salute
La vicenda è, in realtà, più drammatica di quanto appaia; infatti il disturbo arrecato dai cani dei vicini, avrebbe portato alla perdita del lavoro del dirimpettaio che ne subiva gli ululati.
La mancanza di sonno ha causato all'uomo stress e malattie che lo hanno portato a richiedere numerosi giorni di assenza dal lavoro. Questa situazione, alla lunga, lo ha portato al licenziamento.
D'altra parte, i proprietari dei cani hanno affermato che non è dimostrabile un collegamento diretto tra il licenziamento e i rumori notturni condominiali.
La sentenza
Si evince, quindi, che quando il rumore provocato dal cane supera la normale tollerabilità, si incappa in sanzioni e violazioni di legge. In particolare, per la norma “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone” può essere punito con l’arresto fino a 3 mesi e un multa fino a 309 euro.
Se la misura è violata da chi esercita una professione, la multa può salire a 516 euro.
Inoltre, i proprietari dei cani dovranno non solo risarcire il vicino, ma accollarsi anche le spese processuali pari a 2.700 euro.
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